Dall’aula all’azienda? Facile!

27 Aprile 2023
Admin

Di Annamaria Iantaffi –

Istruzione e formazione professionale garantiscono agli studenti un impiego sicuro. Questo sembrerebbe emergere, senza grandi margini di ambiguità, dai dati pubblicati il 18 aprile 2023 dall’INAPP, l’Istituto Nazionale per l’analisi delle politiche pubbliche nel report annuale, rilasciati durante il seminario chiamato “Ieri in aula, oggi in azienda: gli esiti occupazionali dei percorsi IeFP e IFTS”.
I dati sono il frutto della quarta indagine elaborata sugli esiti dei percorsi di IFTS (Istruzione e Formazione tecnica superiore) e IeFP (Istruzione e Formazione Professionale) che fotografa, in particolare, la situazione dei giovani qualificati e diplomati usciti dalla IeFP alla fine di gennaio 2020, a 3 anni di distanza dal conseguimento del titolo. 
Il professor Sebastiano Fadda, presidente dell’Inapp, li ha definiti “un ulteriore passo in avanti rispetto ai già considerevoli valori registrati due anni prima, rispettivamente del 62,2% e 69,2%. Fadda ha definito i percorsi IeFP “probabilmente il luogo di incontro più promettente tra mondo della formazione e mondo del lavoro. Lo dimostrano anche i dati sul livello di coerenza tra lavoro svolto e iter formativo e quelli sul grado di soddisfazione degli stessi occupati”.
Anche tra coloro che, pur avendo conseguito il titolo, non sono ancora occupati, si registra comunque un effetto positivo: una propensione alla negazione della condizione di NEET, poiché tra i diplomati gli inattivi sono all’incirca l’1%. Nello specifico, tra il 28% dei diplomati che non lavora il 14% è in cerca di lavoro, l’8,7% è in formazione e il 5,3% è impegnato in altre attività.  Molto rilevante è la percentuale di stranieri diplomati, che supera il 77% degli occupati; due punti percentuali in più il valore dei disoccupati rispetto alla media nazionale.
Se si volesse indagare la modalità con cui i giovani che hanno terminato la IeFP hanno trovato lavoro si scoprirebbe un dato atteso, nel panorama italiano: che al primo posto si staglia il contatto personale con il datore di lavoro, che ha riguardato il 46% dei qualificati e 52,2% dei diplomati occupati. Al secondo posto compare (senza nessuno stupore) la segnalazione in azienda da parte di familiari e conoscenti (34% per i qualificati e 38% per i diplomati).
Tra i qualificati, il tipo di rapporto di lavoro si divide equamente fra tempo determinato e tempo indeterminato (con quest’ultimo rappresentato per oltre la metà da contratti di apprendistato), con un 5,5% di lavoro autonomo e una quota di parasubordinato del 5%. Per i diplomati, la quota di contratti a tempo indeterminato raggiunge il 64,5% (di cui più del 50% in apprendistato) a fronte di un 27% di tempo determinato, di un 7,3% di autonomo e di una piccola quota di parasubordinato.
Se questi dati dovessero confermarsi anche nei prossimi anni sarebbe una indicazione preziosa anche per i tutor che presto popoleranno le scuole, poiché aiuteranno ad incrociare l’offerta formativa con i fabbisogni espressi dal tessuto imprenditoriale.