Arrivano tutor e orientatori
Orientamento e dispersione scolastica
di Annamaria Iantaffi
Dall’anno scolastico 2023/24 due nuove figure saranno all’opera nelle scuole italiane: si tratta dei docenti tutor e dei professori orientatori. Sono contemplate in una bozza di decreto ministeriale, attualmente al vaglio del Consiglio Superiore della Pubblica Istruzione, che il ministro Giuseppe Valditara ha predisposto in applicazione del DM del 22 dicembre 2022, contenente le linee guida per la riforma del sistema di orientamento, secondo quanto previsto dal PNRR. All’uopo, la legge di bilancio ha stanziato per il primo anno di applicazione delle nuove disposizioni 150 milioni di euro, che serviranno a reclutare 37mila tutor e circa 3mila orientatori. A svolgere tali funzioni non sarà personale aggiuntivo: l’incarico sarà affidato infatti a docenti che ne faranno richiesta e che saranno selezionati in base a criteri definiti dal decreto.
Le nuove figure, svolgendo un ruolo di raccordo tra l’insieme dei docenti e i dirigenti scolastici, avranno compiti diversi e rimarranno in carica almeno tre anni. Il tutor (in misura di uno ogni due classi) è previsto nelle terze, quarte e quinte delle scuole superiori per sviluppare i talenti degli alunni, per incentivare il recupero di coloro che si trovano in difficoltà e, in definitiva, per strutturare le attività didattiche affinché si ottenga una reale personalizzazione dell’istruzione.
Il docente orientatore, come il nome suggerisce, avrà lo scopo di orientare le scelte degli alunni in modo armonico rispetto alle loro attitudini e ai progetti di vita e dovrebbe essere contemplato come singola figura per ogni istituto del secondo grado.
L’iter per poter diventare tutor o orientatori prevede che i docenti (preferibilmente quelli che hanno già ricoperto ruoli con funzione strumentale e/o referente per l’orientamento, il PCTO o il contrasto alla dispersione scolastica) in possesso di almeno cinque anni di anzianità si sottopongano ad una formazione di circa 20 ore su piattaforma, realizzata in collaborazione con INDIRE (Istituto Nazionale di Documentazione e Ricerca Educativa) e ad un esame finale che ne attesti l’idoneità.
Per queste nuove figure professionali sono previsti compensi, aggiuntivi rispetto agli stipendi già percepiti, che vanno tra i 2.850 e 4.750 euro lordi annui per i tutor e fino a 2mila euro lordi per i docenti orientatori. Sarà la contrattazione d’istituto a definire l’esatto importo.
Secondo quanto riporta un comunicato del Ministero dell’Istruzione e del Merito, le scuole potranno anche accedere ai fondi dei PON e del PNRR per remunerare attività didattiche di potenziamento di iniziative innovative rivolte all’orientamento; in particolare, nel secondo caso ci sono a disposizione all’incirca 600 milioni relativi all’implementazione delle sole materie Stem. A queste si aggiungono le attività che riguardano l’orientamento come misura di contrasto alla dispersione scolastica, per un importo di ulteriori 1,5 miliardi di euro. Gli istituti potranno utilizzare anche le risorse Pon della nuova programmazione 2021-2027 per remunerare attività extracurricolari sull’orientamento didattico per circa 300 milioni.Il docente orientatore, come il nome suggerisce, avrà lo scopo di orientare le scelte degli alunni in modo armonico rispetto alle loro attitudini e ai progetti di vita e dovrebbe essere contemplato come singola figura per ogni plesso scolastico.