Competenze e mondo del lavoro
Approfondimenti –
A proposito di competenze: il Rapporto Excelsior 2014.
L’avvio della sperimentazione dei modelli di certificazione al termine della scuola primaria e della scuola secondaria di primo grado, ha riacceso il dibattito sulle competenze. I dati forniti dal Rapporto Excelsior, Il monitoraggio dei fabbisogni professionali dell’industria e dei servizi per favorire l’occupabilità nel 2014, inducono alcune riflessioni sulla relazione che intercorre tra competenze disciplinari e trasversali.
L’accesso al mondo del lavoro è condizionato, oltre che dalla formazione acquisita durante il percorso scolastico/universitario, dal possesso di competenze trasversali che le imprese ritengono ugualmente, o addirittura più importanti, di quelle tecniche legate alla mansione lavorativa (occupation-specific).
L’importanza attribuita alle competenze trasversali influenza la gran parte delle assunzioni, (quasi l’80% nell’industria, oltre il l’86% nei servizi), nelle piccole come nelle grandi imprese e con scarse differenze tra Nord e Sud del Paese (fra l’84 e l’86%).
La rilevanza di queste competenze cresce salendo di livello professionale (fino a superare il 93% per i dirigenti) o del grado di istruzione (oltre l’89% per i laureati).
In media, la capacità di lavorare in gruppo è stata ritenuta particolarmente importante, ma sono anche apprezzate la flessibilità e la capacità di adattamento (per il 40,1% delle assunzioni è ritenuta dalle imprese molto importante), la capacità di lavorare in autonomia (38,4%). In posizione intermedia troviamo la capacità comunicativa (35,1%) e la capacità di risolvere problemi (32%); molto meno richieste sono invece la capacità di analisi e sintesi delle informazioni (24,3%), la capacità di pianificare e coordinare (16,2%) e l’intraprendenza, la creatività e ideazione (14,9%).
La rilevanza delle diverse competenze però è differente a seconda del tipo di professione. Ad esempio se la capacità comunicativa scritta e orale è una competenza giudicata molto importante per l’81% delle assunzioni dei dirigenti, lo è per il solo 10,5% di quanti dovranno esercitare una professione non qualificata. Altrettanto avviene per la capacità di analisi e sintesi delle informazioni. Anche per questa competenza “le quote di assunzioni associate ad elevata importanza passano, in maniera decrescente, dal massimo registrato nel caso delle professioni dirigenziali (78,8%) al minimo segnato dalle professioni non qualificate (5,6%)”.
I modelli di certificazione appena licenziati dal Miur pongono l’accento sulla dimensione trasversale che sembra facilitare l’inserimento nel mondo del lavoro. La fase di sperimentazione offrirà comunque alle istituzioni scolastiche la possibilità di far pervenire osservazioni e proposte. Rimane inoltre viva la necessità di rivedere le modalità di certificazione al termine dell’obbligo di istruzione e di armonizzare le diverse procedure attualmente esistenti nel sistema scolastico.
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