Governance: cittadini e partecipazione

15 Novembre 2014
Admin
Approfondimenti – 
La consultazione sulla Buona scuola si conclude oggi. Per l’occasione rendiamo disponibile un’intervista a  Mario Morcellini sul tema della strategia comunicativa del Governo e delle consultazioni popolari. Queste ultime costituiscono un mezzo abitualmente utilizzato dagli organismi europei.
Un’ampia gamma di consultazioni, dibattiti e altri strumenti, consente di partecipare attivamente al processo politico europeo  e di migliorarne la governance. L’ordinamento giuridico dell’Unione prevede che “la Commissione dovrebbe […] effettuare ampie consultazioni prima di proporre atti legislativi” e se necessario pubblicarne i documenti (Protocollo n. 7 sull’applicazione dei principi di sussidiarietà e di proporzionalità, allegato al trattato di Amsterdam).
La Commissione ha lanciato nel 2001 un nuovo sito web “La vostra voce in Europa” per facilitare la partecipazione attiva ai processi decisionali, nell’ambito dell’iniziativa “Politica interattiva”. Sono stati definiti anche i requisiti minimi per le consultazioni.
In Italia questi strumenti di Open government hanno avuto un progressivo sviluppo. Dopo timide e sporadiche applicazioni,  le prime consultazioni realizzate dal Governo risalgono al 2012.
Il  portale Partecipa dà evidenza alle principali iniziative di consultazione delle Pubbliche Amministrazioni italiane, in corso o concluse. Invece il sito Consultazione Pubblica è nato con lo scopo di  raccogliere tutte le iniziative di consultazione o discussione pubblica promosse dal Ministero per l’Istruzione, l’Università e la Ricerca.
Nelle Linee guida sulle consultazioni pubbliche, elaborate dal Dipartimento della Funzione Pubblica, è stata  fornita una definizione di consultazione, attività formale di partecipazione diretta del cittadino nell’azione politica e legislativa di un’istituzione pubblica. La consultazione è perciò uno strumento di democrazia partecipativa da affiancare alle modalità tradizionali tipiche della democrazia rappresentativa. “Non ha valenza statistica, né misura le preferenze di tutta la popolazione italiana, ma costituisce un utile contributo nel processo di identificazione delle necessità e dell’impatto delle azioni politiche.”
Tra le consultazioni già realizzate possiamo ricordare quelle sul  valore legale del titolo di studio; sull’Agenda digitale; sui principi fondamentali di Internet per l’Internet Governance Forum. Sono state utilizzate modalità differenti, dal questionario all’ideario (idee proposte, commentate e votate dai cittadini).
Nell’intervista a Mario Morcellini si sottolinea che l’uso delle consultazioni non è di per sé un fatto totalmente nuovo nel nostro Paese. Quel che però è nuovo è come queste consultazioni vengono utilizzate in un più ampio disegno di strategia comunicativa del presidente del Consiglio, disegno evidenziato anche dall’avvio di nuovi portali come Passo dopo passo o il sito dedicato specificamente alla consultazione sulla Buona scuola. Il Professore ci guida nella distinzione tra sondaggio e consultazione; l’uno evoca una raccolta di opinioni sbrigative e talvolta contraddittorie, l’altra è  caratterizzata da elementi di maggiore attività e di più profonda partecipazione. L’intervista affronta anche il tema del rischio di manipolazione che può essere insito nell’uso di questi strumenti. E’ inoltre fondamentale che  i risultati delle consultazioni siano  ponderati con l’insieme di esperienze consolidate e con l’apporto delle organizzazioni della società civile che anche l’Europa ritiene essenziale valorizzare.  E’ comunque evidente che aprire alle opinioni di tutti riduce i margini di discrezionalità della politica, poiché non si potrà non tener conto di pareri largamente condivisi, la cui varietà dovrà comunque  essere ricomposta  in definite linee di indirizzo.

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