Parità di genere

7 November 2014
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Approfondimenti-
E’ stato recentemente pubblicato il Global Gender Gap Report 2014. Il Rapporto è stato introdotto dal World Economic Forum nel 2006 e restituisce ogni anno un indice di disparità di genere nel mondo. Le dimensioni considerate sono relative alla partecipazione alla vita economica e politica, all’accesso alla formazione e alla tutela della salute.
Il Rapporto del 2014 ha evidenziato qualche progresso nella globalità dei paesi coinvolti nell’indagine, con indici che rimangono però particolarmente  bassi nella partecipazione alla vita politica, nonostante sia proprio questa l’area che ha evidenziato il  maggiore incremento dal 2006.
I dati rendono evidente che vi è una stretta correlazione tra il livello di partecipazione delle donne alla vita politica e sociale e la competitività nazionale. Le nazioni con un più alto indice di parità sono  Islanda, Finlandia, Norvegia. L’Italia sale dal posto 71 al 69 (su 142 Nazioni) nella classifica mondiale, anche se il gap di genere delle retribuzioni è uno dei più alti nel mondo ed è peggiorato l’indice di partecipazione nell’economia. All’ultimo posto troviamo lo Yemen.
Nel nostro paese sono stati compiuti alcuni passi avanti ad esempio con la Legge  n. 215/2012  volta a promuovere il riequilibrio delle rappresentanze di genere nelle amministrazioni locali e che modifica, fra l’altro, il sistema elettorale dei comuni, introducendo la doppia preferenza di genere. L’applicazione della legge ha prodotto un incremento della presenza delle donne in politica di circa il 15%.  Altra importante disposizione è stata la Legge n. 120/2011, che riserva al genere meno rappresentato almeno un terzo dei componenti dei consigli di amministrazione delle società quotate in borsa e delle società pubbliche.
Si avverte tuttavia la necessità di interventi più ampi e di politiche di conciliazione tra  le esigenze di cura verso la famiglia  e il lavoro. Sono stati compiuti alcuni progressi ad esempio con l’introduzione di misure di sostegno alla genitorialità  e interventi per rimuovere quelle che sono definite “barriere invisibili” che condizionano la percezione sociale e l’interpretazione che le stesse donne danno al loro ruolo nella società. Molta strada deve ancora essere percorsa, come ben dimostrano le rilevazioni internazionali. Un grande aiuto può venire proprio dalla scuola e dalla formazione.

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